Giornalista e scrittore
 

Su malattie e stupri due pesi e due misure

Su malattie e stupri due pesi e due misure: fuoco su titoli giornale e nulla su Abid Jee e versione islamica di stupro

Su malattie e stupri due pesi e due misure dei soliti noti

A mio avviso non va bene la politica dei due pesi e delle due misure su malattie e stupri. Non so se sia vero che i migranti portano le malattie come ha scritto qualche giornale. Di certo vedere chi li accoglie nei nostri porti indossando maschere e guanti e presidi medici vari non aiuta a pensare bene.

Quello che mi lascia perplesso, però, è il solito doppiopesismo radical chic, terzomondista e finto buonista. Ossia il modus operandi di chi in queste ore si sta stracciando le vesti per due titoli e poco ci manca che chieda l’intervento dell’Onu. Eppure lo ripetono spesso che i giornali non li legge nessuno. E soprattutto quei due in particolare contro i quali si stanno organizzando le truppe cammellate da mandare in piazza.

Peccato che nessuno di questi pseudo rappresentanti della democrazia e del pensiero libero e corretto si sia dato minimamente da fare quando il signor Abid Jee esprimeva il suo pensiero sugli stupri. Dando così il vero volto dell’Islam che questi presunti democratici difendono a spada tratta.

Eppure quell’espressione non era il frutto di un errore di comunicazione. E neppure una distonia dovuta all’alcol o ai peperoni mal digeriti. Non è affatto politicamente corretta, ma è di una gravità inaudita. L’avesse detta un italiano si sarebbero aperte le cateratte del cielo e della terra.
Al contrario sulla vicenda è calato un silenzio assordante e nessuna orda di indignati è scesa in strada per protestare. Si può essere d’accordo o meno con quanto sostengono quei due giornali. Così come si può essere o meno d’accordo con quanto sostengono quelli che la pensano diversamente.
Entrambi, fino a prova contraria, hanno diritto di esprimere il proprio pensiero. Ovviamente prendendosi la responsabilità di ciò che dicono. Ma, come al solito, c’è chi ha più diritto degli altri mandando al diavolo la democrazia che a parole dice di sostenere.

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