Giornalista e scrittore
 

Rackete e Salvini sulla torre

Rackete e Salvini sulla torre da cui andrebbero gettati perché nessuno dei due è un modello da considerare positivo

Rackete e Salvini sulla torre da cui andrebbero gettati

Se trovassi Rackete e Salvini sulla torre non avrei alcun dubbio. Li getterei entrambi di sotto. Lo so, non è facile fare un ragionamento in questo clima avvelenato in cui vince chi urla più forte, o chi insulta in maniera più brillante. Non è semplice confrontarsi con chi dà del fascista, del razzista o dello xenofobo a chi la pensa diversamente, a chi ha il coraggio di non farsi ricattare dal pensiero unico massificato. A chi dimostra di resistere all’onda lunga delle mode restando ancorato alla razionalità.

Matteo Salvini non mi rappresenta. Non è mai stato il mio idolo, né suppongo mai lo sarà. Figurarsi il mio capitano. Però ricordo quando la Lega andava bene a qualcuno di sinistra e nessuno ebbe da ridire. Correva l’anno 1994 e un certo Bossi in canotta andava a braccetto con il baffetto. Ma si sa, la memoria non è la principale qualità di questo Paese. A me non piace la politica di Salvini. Anche se, a dire il vero, nessuno, di qualsiasi colore, ha dimostrato finora di fare politica se non pensando al proprio tornaconto, personale o di chi gli stava intorno. La Res Publica è un concetto ormai desueto. Ma vedo che lo è per tutti, o quantomeno per molti, dal momento che sono disposti a sacrificare il proprio Paese agli interessi stranieri.
Forse mi sbaglio, ma stiamo assistendo all’ennesimo déjà vu della storia. Qualche anno fa un altro Matteo ha fatto esattamente la stessa cosa e sappiamo come è andata a finire. Battute brillanti, concetti spesso condivisibili, ma fatti zero per la gente. Ecco, l’altro Matteo si sta comportando esattamente allo stesso modo. A parte i tweet e le dirette Facebook il nulla. Anche questo fenomeno passerà, probabilmente. O perché la gente si disamorerà o perché l’Ue spingerà per farlo cadere. Esattamente come ha già fatto in altre occasioni calpestando la sovranità nazionale. Ma finché la gente lo voterà, è giusto che Salvini governi. È una semplice equazione di democrazia anche se non piace ai presunti difensori della democrazia, del diritto e dei valori. Ecco perché getterei giù Rackete e Salvini dalla torre. Perché nessuno dei due, a mio avviso, è in grado di fornire insegnamenti positivi.
Poi c’è lei. Il nuovo idolo di chi non ha idee. Di chi pensa alle tendine sui simboli sacri del cimitero. L’idolo di chi suggerisce a un anziano di ipotecare la casa perché dopo 40 anni di lavoro non ce la fa con una pensione di 650 euro al mese. Coloro che dormono sulle navi con i migranti a favore di telecamere. Ma poi non si fanno vedere se ci sono da aiutare i lavoratori di Mercatone Uno senza lavoro. Per loro c’è la signorina Carola Rackete. Osannata dal popolo di sinistra sempre alla continua ricerca di un idolo che non trova mai. Di un santone che nasconda il vuoto assoluto. Potrebbe anche essere un ascaro del demonio, ma siccome ha fatto qualcosa contro il governo in carica allora merita la santificazione subito.
In 14 giorni in mare non ha mai pensato di dirigersi con tanta convinzione verso Malta o virare verso la Spagna o fermarsi in Corsica o andare in Portogallo o in Grecia. No. La signorina Carola doveva per forza attraccare in Italia. Per lei il suolo italico era una questione di vita o di morte. E per farlo ha violato un po’ di leggi e ha rischiato di affondare un barcone della guardia di finanza. Mi chiedo come mai questa tracotanza con le autorità italiane a fronte della silenziosa deferenza con gli altri Stati dai quali ha incassato il No secco.
Che ci sia dietro un disegno europeo per mettere in difficoltà il governo italiano inviso ai saurocrati di Bruxelles? Chissà quanto hanno riso la Merkel e Macron davanti alla spavalda tracotanza della signorina tedesca. Ma soprattutto di fronte a quei rimasugli presuntamente di sinistra sempre proni pur di calpestare gli interessi nazionali.
Ma la colpa è anche del governo in carica. Perché di fronte a un’azione del genere non vai su Facebook o su Twitter a lamentarti. E non usi neppure la polizia. Vai personalmente nelle Ambasciate dei rispettivi Paesi e prendi a calci i rappresentanti di Olanda e Germania. E se parlano li espelli. E poi vai a Bruxelles e dai calci a tutti quei santoni che hanno trasformato il sogno di un’Europa unita e solidale in un inferno. Solo così si difende un Paese glorioso come l’Italia a dispetto di certi rimasugli traditori. Queste e molte altre le ragioni che mi spingerebbero a buttarli giù se trovassi Rackete e Salvini sulla torre.

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