Regeni e i marò e la politica dei due pesi e due misure che si dà da fare per il caso Regeni, ma non per i due marò
Dal confronto tra il caso Regeni e quello che riguarda i due marò viene fuori la solita politica dei due pesi e delle due misure. In quanto a impegno, perlomeno da quello che fingono di mostrare, i nostri politici ne stanno mettendo davvero tanto.
Pare che si diano da fare per cercare una soluzione al caso di Giulio Regeni. Per fare luce sulla morte del ricercatore assassinato al Cairo in circostanze alquanto misteriose. Il governo italiano, per la prima volta, dimostra carattere. E non si ferma di fronte alle ricostruzioni tanto di comodo quanto fantasiose che gli egiziani tentano di raccontare. E lo fanno perché evidentemente adusi a una prassi che fino a qualche tempo fa, c’è da crederlo, funzionava con gli italiani.
Come tutti mi auguro che la verità venga presto a galla, che i responsabili vengano catturati e soprattutto che si conosca la vera ragione di questo assassinio. Però, un dubbio mi viene.
Mi chiedo se lo stesso impegno la politica e la società civile lo avrebbe profuso se ci fosse stato un uomo in divisa. Sì, perché ho l’impressione che in questo Paese se appartieni, quantomeno presuntamente, a un certo ambiente va bene. Se dici di essere di sinistra e hai idee collimanti a quelle del pensiero unico massificato va bene. Qualcuno probabilmente impegnerà il proprio tempo e le proprie energie per te.
Al contrario, se sei, per esempio, un militare verranno prese per buone le falsità costruite artatamente da altri. È il caso, giusto per non dimenticare, dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Ossia i due soldati accusati falsamente di avere ammazzato due pirati fatti passare per pescatori. Non possiamo dimenticare che i due sono già stati condannati dagli stessi italiani che hanno fatto proprie le grossolane falsità delle autorità indiane. Da qui la convinzione che tra Regeni e i marò ci sia la politica dei due pesi.
