Se non volere tasse è essere fuori dalla realtà siamo alla follia perché serve minore pressione fiscale e non l’aumento
Davvero una follia essere giudicati fuori dalla realtà sol perché ci si ostina a non volere un aumento delle tasse, ma una riduzione della pressione fiscale senza se e senza ma. Il paese è piagato dalla crisi da 16 anni. Non c’è più un indicatore positivo tranne quelli della disoccupazione e della pressione fiscale. E quando un gruppo di parlamentari si oppone all’ulteriore aumento delle tasse viene tacciato di essere ‘fuori dalla realtà’.
È come la famosa favola del bue che dà del cornuto all’asino. Perché è evidente che non è chi si oppone a questo modo di (mal)governare che vive distaccato dal reale. Bensì chi propone aumenti di tasse (dirette o indirette che siano) in un momento di difficoltà come questo. E lo è pure chi sostiene che “se si aumenta il deficit si aumenta il debito pubblico e se sale il debito pubblico aumenta la spesa per interessi”.
E’ stolto chi supporta la deleteria decisione del governo di aumentare la pressione fiscale. Perché dovrebbe ricordarsi che nonostante le ‘manovre lacrime e sangue’ subite dai cittadini in questi ultimi anni, il debito pubblico è aumentato ugualmente. Segno che sono altre le idee che dovrebbero affiorare nella mente bacata di chi siede sui banchi del potere.
E quel qualcuno dovrebbe agire di conseguenza. Senza essere eterodiretto dai nipotini di Hitler e dai loro cagnolini scodinzolanti che bivaccano a Bruxelles. Perché il loro solo fine è tenere in vita questa farneticazione mentale denominata Unione che altro non è se non un carrozzone che viaggia senza freni su un binario morto. Perché se l’Ue è nata con l’intento di dare pace al Vecchio continente è altrettanto vero che con queste politiche deleterie di fame e miseria, imposte dai nazisti, che mettono a dura prova la pace sociale si rischia di ottenere risultati opposti a quelli sperati.