Cervelli in fuga strappano bandiera in Thailandia rischiando carcere e affermando che il Tricolore non ha alcun valore
Due che strappano la bandiera del Paese in cui sono ospiti sono due cervelli in fuga da loro stessi e forse è giusto che meditino sui loro erroti facendosi un po’ di carcere in Thailandia. Quando il ministro Poletti parlava dei cervelli italiani in fuga non si riferiva certamente ai due ignoranti altoatesini che ci hanno fatto fare una figura bovina in Thailandia.
Due tipici sottoprodotti della ‘nuova cultura’ coatta altamente contagiosa, purtroppo imperante nel nostro Paese. Qualche giorno fa Tobia di 20 anni e Ian di 18 sono stati arrestati in Thailandia. Per loro l’accusa è vilipendio alla bandiera nazionale perché immortalati mentre strappavano e gettavano alcune bandiere thailandesi.
Già di per sé il gesto è grave. E la punizione migliore che i loro genitori potrebbero riservare loro, adesso che sono stati rimpatriati, sarebbe di impedire loro di uscire di casa per almeno un paio d’anni. Esattamente la pena che avrebbero rischiato in Thailandia per il reato commesso. Ovviamente se ne fossero capaci e se fossero validi esempi per i propri figli.
Perché due ignoranti così dovrebbero quanto meno provare ad imparare come si sta al mondo prima di uscire dalle mura domestiche. Una pena anche per i loro genitori che in tal modo sarebbero costretti a insegnare loro qualcosa di sano. Ma quello che a mio avviso è peggio in questa storia, di per sé già parecchio triste, è quello che hanno detto i due. Alle autorità thailandesi hanno spiegato che in Italia la bandiera non è così importante.
Come se strapparla fosse uno sport nazionale praticato da tutti al pari del calcio. Perché si sa, in Italia siamo tutti allenatori di calcio e distruttori di bandiere. In effetti, a dirla tutta, un po’ di colpa è anche di chi governa questo Paese. Che spesso trasforma la sua gloriosa storia in uno spettacolo di burlesque.
Perché le regole ci sono, ma certe volte farle rispettare è peggio che delinquere. Se solo quei due sottoprodotti da esportazione avessero almeno letto qualche sito Internet intelligente avrebbero evitato di dire sciocchezze. Perché avrebbero scoperto che anche in Italia il vilipendio alla bandiera è una cosa grave. E si rischiano fino a tre anni di carcere. Se solo la giustizia non fosse una farsa ma una cosa seria.