E se nascesse un untore della Xylella che dimostrasse che il problema non si risolve con egoismo ma con sforzo comune?
E se nascesse un untore della Xylella per svegliare Bari? Dicono che non ci sia ancora la prova scientifica del collegamento tra il batterio della xylella e il disseccamento degli ulivi del Salento. Non sono state investite risorse per cercare una cura a questo fenomeno. Ma sono stati trovati 13 milioni per eradicare queste piante millenarie.
I saurocrati della corte di giustizia europea hanno detto che i monumenti del Salento si possono gettare al fuoco. Non solo le piante malate, ma anche quelle sane. Il piano, infatti, prevede che vengano distrutti anche alberi non intaccati dalla malattia per creare una zona cuscinetto.
Dicono, infatti, che il batterio non possa volare oltre i cento metri per cui se si abbattono alberi sani creando un vuoto di cento metri questa pandemia sarà fermata. Niente di più falso. Intanto perché ancora nessuna certezza pare ci sia tra batterio e disseccamento.
E poi perché nessuno potrà bloccare la nascita di un novello Sansone che si faccia morire con tutti i filistei. Chi potrà bloccare un agricoltore, esasperato per aver perso l’unica risorsa, dal portare rami infetti e batteri nelle zone aldilà della zona cuscinetto?
Chi potrà biasimare questo untore se a modo suo farà capire che i problemi non si risolvono con l’egoismo, fingendo di non vederli quando riguardano gli altri. La xylella non è un problema solo di chi la sta subendo. E’ una questione che riguarda tutti. La ruota gira e prima o poi a tutti tocca fare i conti con il famoso ombrello di Altan.