Rabbia per fuga notizie ma non per morte Zaray da parte del mandarino della sanità pugliese, Giancarlo Ruscitti
La rabbia non è per la morte della piccola Zaray, ma per la fuga di notizie. Non è il decesso di una piccina a creare scandalo quanto che si sia saputo. Stare al comando di un ospedale è una posizione doppiamente delicata. Di sicuro perché si ha a che fare con persone che combattono per salvaguardare la propria salute. E poi, aspetto comunque di non poco conto, perché si viene pagati con soldi della collettività.
Pertanto, da una persona nominata per quell’incarico ci sarebbe da attendersi non dico sensibilità perché sarebbe sperare troppo, ma almeno un minimo di delicatezza. Quantomeno quando si interfaccia con la comunità che con i propri denari lo mantiene. Ma a quanto pare queste prerogative non si confanno a Giancarlo Ruscitti. Ruscitti è colui che dirige l’intero dipartimento regionale che si occupa di tutto il settore sanitario pugliese. Oltre ad essere anche responsabile del Policlinico e dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. E così facendo veste contemporaneamente i panni del controllore e del controllato.
L’ospedale pediatrico è finito al centro di un’inchiesta per la morte di Zaray. Una bambina di 12 anni, deceduta nel settembre scorso. Intervistato dalla Rai, Ruscitti ha dato prova delle sue elevatissime qualità umane. Infatti, ha rimarcato il proprio disappunto per la fuga di notizie ma non il proprio dispiacere per la fine di una giovanissima vita.
Tra l’altro, una persona che teoricamente dovrebbe apprezzare e praticare la trasparenza come il governatore pugliese, Michele Emiliano, nei fatti fa il contrario. La relazione sulla vicenda è stata da lui secretata con la ferma intenzione di non divulgarne il contenuto, sia pure in forma generica e sommaria, contribuendo ad ammantare la vicenda di una sinistra opacità.