Giornalista e scrittore
 

Selfpublishing

Il Selfpublishing è una valida opportunità per gli autori emergenti e non solo e non è un piano B su cui ripiegare

Selfpublishing una valida opportunità per autori emergentiRispondere alla domanda se sia meglio pubblicare i libri in selfpublishing o con un editore tradizionale è più o meno come fare un sei milionario al Superenalotto. Dico sì all’editoria tradizionale se parliamo di un buon editore che investe sull’autore emergente. Se abbiamo a che fare con un’azienda che lo supporta nel suo percorso di crescita e maturazione e impegna le necessarie risorse per il marketing. In caso contrario, il mio consiglio è guardare al selfpublishing non come a un piano B ma come a una valida opportunità. E ciò non vale solo per gli autori emergenti.

Una scelta che va fatta, però, partendo da solide basi di conoscenza. Nel senso che autopubblicare non è gratuito, ha comunque dei costi. Non significa poter pubblicare tutto. Con ciò intendo dire che se pubblichi qualcosa di illeggibile non lo venderai mai, per cui è meglio lasciar perdere. Il selfpublishing impone un buon lavoro preventivo di editing che dia sostanza e valore al testo. Richiede tanta fatica per promuovere ciò che si pubblica. Perché può anche essere un capolavoro, ma se nessuno ti conosce e ti legge sarà come non esistere. In compenso, tutti i frutti del lavoro svolto restano all’autore.

In dieci anni molto è cambiato

Selfpublishing una valida opportunità per autori emergentiDopo dieci anni in questo settore, credo di avere imparato qualcosa. E pertanto ho il piacere di condividere la mia esperienza con chi si affaccia per la prima volta in questo mondo. Ma anche confrontarmi con chi ha più esperienza di me. Perché dal confronto emergono sempre buone idee e valide alternative.
Premetto che dieci anni fa non c’era praticamente nulla rispetto a oggi. C’erano scarsissime opportunità e circolavano poche informazioni. Era tutto nelle mani degli editori tradizionali. E ciò che c’era era imbrigliato nella loro cortina di ferro che pretendeva di dividere tra chi poteva accedere nel mondo dell’editoria e chi no.
Ma, soprattutto, non c’erano gruppi social in cui potersi confrontare prima di prendere una decisione. Amazon c’era già, ma non come la conosciamo ora. Non c’erano tutte le piattaforme di adesso. O, quantomeno, non offrivano le odierne possibilità. Non giravano neppure gli elenchi degli editori a pagamento (EAP) e le ricerche non fornivano buone risposte come accade oggi.
Per cui si andava a naso, per sentito dire, su consiglio di chi pareva saperne di più o di chi conosceva un tizio che conosceva un tale e via discorrendo. Pertanto, ho fatto le mie trafile, ho commesso i miei errori e ho riposto malamente le mie speranze.
In compenso, oggi ci sono moltissime informazioni. E’ possibile fare scelte più oculate commettendo meno errori. Ma il rovescio della medaglia è che girano molti più squali in questo settore. Pertanto, il rischio di truffa si nasconde praticamente sotto ogni onda.

Il selfpublishing è un’opportunità da cogliere

Selfpublishing una valida opportunità per autori emergentiDal 2012 mi sono lanciato nel selfpublishing e da allora molte cose sono cambiate. Soprattutto tante opportunità sono spuntate per chi ha una buona idea (la base di tutto è il contenuto), ma soprattutto tanta voglia di lavorare per darle il giusto risalto. Attenzione, però, la buona idea è davvero tale nel momento in cui sono i lettori a dirlo. Perché sono loro la vera unità di misura del valore e delle capacità dell’autore. Non certo gli editori o i vari riconoscimenti o premi che lasciano il tempo che trovano visto come funzionano.
Spesso, però, le case editrici se ne scordano e lo si capisce da ciò che portano sugli scaffali. A mio avviso, veri e propri insulti all’intelligenza dei lettori. Ma se gli editori possono anche non pensarci, chi pubblica in selfpublishing non deve mai commettere questo errore. In fondo è anch’egli un lettore e come tale dovrebbe ragionare. Per cui dovrebbe sempre porsi la domanda se ciò che sta scrivendo potrebbe piacere a chi legge. Quale valore aggiunto gli porta in cambio della spesa sostenuta.
A questo punto, la domanda è d’obbligo. Se l’idea piace ai lettori vuol dire che ho già pubblicato. Ma prima di creare il libro come posso fare questa verifica? Non certo chiedendo a parenti o ad amici. Serve un bravo editor. Uno che capisce al volo se c’è del potenziale e come farlo emergere al meglio.
A mio modesto parere, il selfpublishing è una grande opportunità. Non è un piano di serie B su cui ripiegare dopo aver raccolto silenzi o proposte indecenti da parte dei tanti rapaci che si aggirano nel mondo dell’editoria. Squali pronti a sfruttare le comprensibili e legittime aspirazioni altrui. Ho affrontato questo argomento in maniera molto approfondita in altri articoli che potete trovare di seguito. Qui spiego i vari passaggi che occorre seguire per una pubblicazione ragionata e razionale e magari vincente:
Se avete dubbi, domande, necessità di un parere o volete semplicemente dire la vostra, potete contattarmi e sarò sempre disponibile a dare una mano o a confrontarmi con chiunque.

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